Precarietà: un’introduzione. Movimenti propedeutici per danzare dopo la caduta
a cura di Genealogie del Futuro
«Dance, to the radio!»
Futuri epilettici, tempi precari, la danza di Ian Curtis
di Marco Bellinzona
Latimeria
di Pierluca Esposito
[…] Eppure, se l’oblio è la controparte necessaria della memoria, sono proprio le vicende che scegliamo di ricordare a definire il nostro presente: in Latimeria, il fotografo Pierluca Esposito si interroga sulle dinamiche di potere che definiscono le pratiche archivistiche e di conservazione del patrimonio culturale e appunta i suoi pensieri nelle pagine del suo taccuino, che invadono lo spazio di xenia. Il progetto racconta la storia del celacanto o latimeria, un pesce preistorico che si credeva estinto circa 60 milioni di anni fa, a partire da una polaroid dei pescatori che ritrovarono l’esemplare di quello che viene chiamato «fossile-vivente» nelle isole africane Comore, alla fine degli anni Settanta. Si tratta di una fotografia che Esposito ritrova casualmente insieme a tre esemplari del latimeria conservati nei sotterranei del Museo di Scienze Naturali di Torino – con il quale collabora nel tentativo di archiviare la mole di materiale presente nell’istituzione. Non oggetti taciuti, ma semplicemente dimenticati, frutto dell’impossibilità di raccontare e valorizzare ogni storia.
Pierluca Esposito (Castelnuovo del Garda – VE, 1990) vive a Torino da dieci anni e lavora come fotografo freelance, dopo aver conseguito una laurea in Scienze della Natura. Ha pubblicato diversi articoli su La Lettura che lo hanno anche condotto a compiere due viaggi in Polonia e Ucraina. Da un paio di anni scatta per lə autorə di Einaudi editore. Selezionato per Contemporary Documentary Photography di Yogurt Lab.
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