Invisibile: un’introduzione. 

How to disappear completely

a cura di Genealogie del Futuro 

read more

Miseria del corpo: una fictionance

di Samir Galal Mohamed

read more

Diverse forme di alterità: Annie Ernaux e il corpo assente

di Amanda Rosso

read more

Leggere il corpo-mente disabile: la visibilità obbligata come dispositivo di oppressione

di Julia Arena

read more

Riscritti e Rimossi

di Zeroscena

read more

(In)abitato

di Silvia Manzini

read more

ISOLE

di Desireé Alagna

read more

VELUM

di Camilla Gurgone

read more

I miei occhi sono foglie verdi

di Alessandra Gatto

read more

Wings Under Glass

di Lorenzo Zerbini

read more

Cacher la poussière sous le tapis

di Luca Avigo

read more

LISTEN. 

Il suono come materia architettonica invisbile

di Jael Arazi e Clara Rodorigo

read more

Fiorire nel buio: custodire il glitch tra i silenzi di foreste digitali

di Vittoria Martinotti

read more

Entertainment worker.

Un’utopia raccontata

di Daniel Dolci

read more

Donne invisibili nell’editoria italiana.
Intervista a Roberta Cesana

di Anita Fonsati

read more 

Fonti

per approfondire

read more

(In)abitato

di Silvia Manzini

Come si traduce un odore su carta?

Silvia Manzini costruisce (In)abitato, un atlante di tracce olfattive legate alla dimensione domestica, intrecciando memoria e materia. 

 

Scansiona fotografie, frammenti vegetali e oggetti personali — un paio di guanti, un vecchio rullino, un fazzoletto ricamato e una ciocca di capelli — per restituire la densità sensoriale della propria casa. Per orientarsi tra le pagine si può navigare tra le note olfattive: appunti che evocano gesti quotidiani, sensazioni e presenze ormai lontane, riempiendo l’assenza di chi non c’è più ma continua ad abitare gli spazi della memoria. 

 

Come una petite madeleine capace di far riaffiorare memorie sopite, la fragranza di un fiore, l’aroma pungente del caffè, il profumo del pane o una fragranza legnosa si manifestano come impronte invisibili che restituiscono la complessità del ricordo familiare: un’identità sedimentata tra i margini di ciò che è stato vissuto e quanto continua a echeggiare nello spazio domestico, sottile e tangibile al tempo stesso.

Silvia Manzini (Modena, 2002) è un’artista visiva che vive tra Modena e Venezia. La sua ricerca nasce dal tentativo di voler esplorare la vulnerabilità, spesso frammentata e collettiva, attraverso una rilettura intima della memoria. I ricordi d’archivio familiare diventano il punto di partenza per una pratica che si sviluppa attraverso il tessile, gli odori, le antotipie e la fotografia analogica, in un dialogo tra materia organica, immagine e tempo.

Ciao!

Genealogie del Futuro è un’associazione culturale no-profit e le sue attività editoriali sono autofinanziate.

In questo spazio puoi sostenere le nostre attività con una piccola donazione.

Se hai già partecipato ai nostri eventi e ti sono piaciuti puoi aiutarci a realizzare i prossimi.

xenia è anche cartaceo! Se vuoi ricevere la tua copia, scrivici una mail a info@genealogiedelfuturo.com